Questa tecnica produce immagini in una sequenza più veloce di quella di una normale RMN. L'aumentata velocità consente di rilevare le aree dove è maggiore il consumo di ossigeno, ovvero quelle zone del cervello che vengono attivate in quel preciso momento.
E' utile per la programmazione di un intervento chirurgico in vicinanza di aree critiche. Ad esempio, se durante l'esame di RMN il soggetto viene invitato a parlare, il consumo di ossigeno dell'area del linguaggio aumenterà,
pertanto avrà un segnale diverso e fornirà un'immagine corrispondente, permettendo la localizzazione della area del linguaggio in quel soggetto. L'uso delle immagini di RMN standard e funzionale associato al
neuronavigatore permette un approccio ragionato e "sicuro" all'area interessata e la rimozione massimale del tumore in questione.
Fig.3.4: RMN funzionale di una caso di meningioma situato nell'area motoria di destra. A sinistra si nota il tumore, area bianca grande, cui sono adiacenti altre aree che rappresentano le zone attivate dal movimento (frecce blu). L'immagine di destra mostra la ricostruzione per il neuronavigatore. In rosa il tumore, in verde le aree motorie, in blu le importanti vene della zona motoria .
Questo tipo di esame richiede un'apparecchiatura molto sofisticata che è in grado di rilevare la presenza di alcuni sostanze in quella determinata area dell'encefalo. La loro presenza o meno consente di differenziare con discreta attendibilità vari tipi di tessuto tumorale, di differenziare il tumore dall'
edema cerebrale circostante (sofferenza del tessuto intorno al tumore),
di differenziare la cicatrice da terapia radiante (radionecrosi) da una recidiva tumorale, di differenziare un'area sospetta per
glioma da altra patologia non tumorale.
Fig. 3.5: RMN spettroscopica di glioma di basso grado parietale sinistro. L'esame documenta la presenza di aminoacidi (freccia) e proteine indicative per un tumore e non per altro tipo di lesione.
Detta anche angio-RMN. Utilizza una rapida successione di scansioni RMN per seguire il flusso sanguigno. Si può eseguire senza mezzo di contrasto in quanto si basa sulle differenze di velocità del flusso nei vasi arteriosi e venosi.
L'immagine ricostruita è un'immagine statica dell'albero arterioso e delle strutture venose, estremamente utile comunque nella programmazione di un intervento chirurgico, specie se associata all'uso del
neuronavigatore.
Fig.3.6: RMN angiografica che mostra come nella metà sinistra dell'immagine, occupata da un voluminoso meningioma, si vedano pochi vasi (freccia gialla) e come i seni venosi siano obliterati (freccia rossa).
Le macchine più potenti e moderne sono in grado di evidenziare l'anatomia dei fasci cerebrali all'interno degli emisferi. Quindi non solo più la localizzazione corticale delle attività, come nella RMN funzionale, ma l'individuazione dei fasci che si dipartono o che arrivano ai neuroni della corteccia.
Fig. 3.7: questa figura mostra in alto a sinistra l'immagine trattografica. La freccia bianca indica la sede del tumore, che divarica i fasci, che nell'altro emisfero sono ben uniti. In alto a destra la freccia gialla indica l'alterazione del segnale tradizionale alla RMN in caso di glioma di basso grado. In basso a sinistra l'immagine della RMN funzionale per i movimenti (aree arancioni). Nelle immagini in basso a destra il tumore durante l'intervento, prima e dopo l'asportazione guidata dal neuronavigatore.